Lidia Ravera-TEMPO CON BAMBINA - Diario di  un tempo  felice con la nipotina. E altre considerazioni.

 



 



Mentre sfoglio velocemente   le pagine di Tempo con bambina di Lidia Ravera, cade svolazzando sulla scrivania un fogliettino sul quale sono riportate le considerazioni di Paola sul libro  che  ha proposto al  Girolibro e che io ho subito preso in prestito. Le riassumo brevemente:

"È un bellissimo libro dedicato alle nonne, in cui Ravera descrive  il creativo  percorso cognitivo dei primi tre anni della nipotina “Mara piccola”, al quale partecipa per brevi periodi  durante l’anno, visto che la famiglia vive in Texas.  È un libro  piacevole e positivo dal quale si può ancora imparare qualcosa…anche a fare meglio la nonna!"

Dopo la lettura

Tempo con bambina è una dolce, nostalgica opportunità che Lidia coglie, durante la feroce pandemia da Covid che  ha sconvolto la vita di milioni di persone, per tornare alla sua infanzia, ai suoi ricordi, al suo speciale rapporto con la sorella  Mara, più grande di lei e morta troppo presto. Mara affida  la figlia Maddalena alle cure  della zia Lidia che si ritrova così a farle da madre e, successivamente, a fare da nonna a Mara Piccola.

Maddalena sceglie l’America

“…Quando i figli emigrano verso società meno stagnanti.

E li vedi due volte l’anno.E ti va bene così, perché l’Italia è diventata un paese piuttosto estivo.

Dal clima mite e dalle molte bellezze.

Un paese lento, festivo, divagante.

Infatti sono  duecentocinquantamila all’anno i giovani intraprendenti che se ne vanno all’estero, per non rischiare una eterna coatta vacanza.

E lì restano. Come tua figlia.”p.136

Mara e Lidia. Un rapporto intimo

Lidia inizia con Mara un dialogo intimo che prende spunto dal desiderio di  parlare dello speciale rapporto  con sua nipote-figlia Maddalena e con la nipotina Mara.   Lidia racconta dei giochi improvvisati, delle scelte di Maddalena, dei  suoi viaggi di lavoro occasione di incontro  di tutta la famiglia, tra Spagna, Portogallo, Italia e Texas e, soprattutto  del suo ruolo di nonna o vice-nonna.

Quanto ci si scopre cambiati, diversi in questo tipo di relazione! Sembra quasi  di  ritrovarsi innamorati come alla prima cotta, ma di un esserino piccolo e aperto alla vita, di cui  senti immediatamente  la mancanza ogni volta più forte, al momento di separarsi.  In questo  diario straripante di emozioni c’è tutto quello che ho vissuto anche io nella mia relazione  con i nipotini lontani.

La nonnità

“Io la vedo così, la nonnità non sei titolare di niente nell’azienda famiglia. Ti viene chiesto di esercitare il tuo potere adulto soltanto nella nobile funzione di tappabuchi, quando i titolari sono impegnati altrove.

Non hai, perciò altra responsabilità oltre a quella, innocente e smisurata dell’amore.

Di quella ti nutri e nutri

Non insegni, non giudichi, non punisci, stai a disposizione.

Contieni la piena del sentimento con l’eleganza dei non protagonisti” p. 39

L’ultimo ritorno

Tra i vari  incontri tra nonna e nipote e tra le molteplici considerazioni  sul percorso di crescita della bambina (e della nonna),  ho scelto di soffermarmi sull’ultimo soggiorno in Texas di Lidia e il suo ritorno dall’America, prima della pandemia.

Il distacco dai nipoti è esattamente come tu lo  descrivi e le tue sensazioni, cara Lidia, sono quelle di decine di genitori e di nonni nelle nostre condizioni, ma tu riesci a dare loro voce  nel tuo  stile “profondo e leggero”, venato  di un pizzico di ironia che non impedisce a qualche lacrimuccia di inumidire lo sguardo.

Maledetto lockdown!

Durante il lockdown abbiamo fatto di necessità virtù, con i nostri device sempre pronti  al collegamento per ricevere immagini e sorrisi dall’altrove proibito… Abbiamo perso tanto, soprattutto il contatto fisico e la libertà di  decidere quando cercarlo e dove, ma abbiamo “imparato” (avevano ragioni i nostri  vecchi quando ci ricordavano che non si finisce mai di imparare, e con Eduardo,  che “gli esami non finiscono mai"!) a gestire quella fantastica conquista umana che si  chiama tecnologia. Questo ci ha permesso di rimanere in contatto, anche se virtuale, con i nostri cari e di  continuare a imparare dai nostri nipoti, piccoli umani in evoluzione libera.

Tutto il resto che  racconti  è generazionale e per questo lo sento particolarmente vicino.

“Siamo nonne entusiaste, ma siamo sempre noi. Quelle che non volevamo essere madri e basta.

Quelle che non vogliono essere nonne e basta.

Noi. Una generazione di inquiete, invecchiate sì, riconciliate mai.” p.135

Il rapporto con la morte, per esempio è una storia vecchia e sostanzialmente legata alle singole esperienze individuali, ma come te, io credo che i nostri  figli e soprattutto i nostri nipoti ci aiutino nel passaggio a volte faticoso  da un tempo all’altro della nostra vita. Con loro  diventiamo nonni  e consapevoli che “il metro” (Moretti docet…) si sta accorciando  e dunque dobbiamo godere al massimo del tempo presente, preferibilmente vicini anche fisicamente.  

Pandemia finita?!

Dopo due  anni bui, sta finalmente arrivando  il momento degli abbracci...

Recensione di Ornella Fortuna

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