D. Grossman-LA PACE È L’UNICA STRADA. Pensieri scritti col cuore. Tra dolore e speranza.

 




La voce di David Grossman è necessaria, più che mai in momenti come questi, momenti in cui è difficile capire fino in fondo  e in modo razionale cosa stia realmente accadendo agli israeliani. I dati  ci dicono che in quel maledetto 7 Ottobre 2023, il sabato nero come lo chiama lo scrittore, il popolo d’Israele ha ricevuto da parte di Hamas, un colpo di una ferocia e di una malvagità inauditi.

“ oltre 100 morti, 2900 feriti, centinaia di ostaggi e prigionieri” p.63

9 Maggio 2024: i dati dell' Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite  ci dicono che i morti  causati dalla sproporzionata rappresaglia israeliana nella striscia di Gaza, sono 34.735, di cui almeno 9.500 donne e 14.500 bambini.(Ad oggi, 31 Maggio 36.280)

I numeri dicono già molto. Le parole di Grossman, ne aumentano il peso, ma ci mostrano anche la strada per uscire dal buio di una guerra che sta annientando soprattutto civili inermi, e ci proiettano verso un futuro di pace.

Ma come è possibile che Israele,  il mio Paese, uno Stato che dimostra forze immense quando si tratta di creatività. di inventiva e di audacia, trascini da ormai  più di un secolo le macine di pietra di questo conflitto e non sia in grado di trasformare la sua enorme forza militare in una leva che modifichi la realtà, che ci liberi dalla maledizione delle guerre periodiche? Che ci apra un’altra strada? È  vero, fare la guerra è più facile che fare la pace. Nella realtà in cui viviamo, la guerra si tratta solo di continuarla, mentre la pace costringe a processi psichici difficili ed elaborati, processi che popoli abituati quasi solo a combattere vivono come una minaccia.” p.12“Quello che accade adesso è la materializzazione del prezzo che Israele paga per essersi lasciato sedurre per anni da una leadership corrotta che l’ha trascinato sempre più in basso; che ha demolito le sue istituzioni giudiziarie, l’esercito, il sistema scolastico. Che è stata disposta a mettere a repentaglio l’esistenza del paese pur di evitare che il primo ministro finisse in prigione.” p.64“in questi giorni, in queste notti,  ci muoviamo come sonnambuli...Chi saremo quando ci risolleveremo dalle ceneri e torneremo alle nostre vite?… Chi saremo, che persone saremo dopo aver visto quello che abbiamo visto? Da dove si può ripartire dopo la distruzione e la perdita di tante cose in cui credevamo, di cui eravamo sicuri?” p.67

Eppure la guerra non  ha abbrutito migliaia di coraggiosi che perseguono la pace e il bene. E la sensazione che Grossman prova è che da qui in avanti, nonostante tutto,  sarà possibile “costruire un nuovo Stato, per la seconda volta”. Insieme.  p.78

Il libro si chiude con Il diritto alla felicità, un discorso tenuto alla cerimonia di consegna del Premio Erasmus ad Amsterdam il 29 ottobre 2022.  Grossman apre con un ricordo d'infanzia. Aveva 8 anni e stava andando a scuola con l'autobus della linea 18. La radio trasmetteva un’intervista al grande pianista Arthur Rubinstein  che, richiesto di  riassumere la sua vita in una frase, rispose:

”L’arte mi ha reso un uomo  felice. Grazie ad essa ho conosciuto la felicità” p.81

L'arte e la scrittura hanno procurato e tuttora procurano grande  felicità a Grossman, anche nei momenti più bui, come la morte del figlio, giovane soldato in guerra. Quando David pensa al tema  del premio Erasmus: “Riparare un mondo diviso” prova una certa inquietudine. Ma proprio in questi stessi momenti gli attraversa la mente la grande scrittrice Etty Hillesum, ebrea olandese uccisa ad Auschwitz  nel Novembre del 1943. Grazie al suo “cuore pensante”, Etty riuscì a rimanere libera e determinata a non farsi  schiacciare dalla furia nazista che la stava colpendo. Cosi scriveva nel suo Diario parlando delle compagne di campo, perennemente agitate nel sonno e  desiderose di non pensare più per non soffrire:

"Lasciatemi  essere il cuore pensante di questa baracca. Ora voglio esserlo un’altra volta. Vorrei essere il cuore pensante di un intero campo di concentramento" p.87

Meravigliosa e  profondamente umana è la chiusura del libro:

“ … se il nostro mondo sarà stravolto come avviene oggi per milioni di cittadini ucraini a poca distanza da noi,(e aggiungo io: per migliaia di cittadini palestinesi  e israeliani) sapremo ricordare e restare fedeli alla nostra ribellione privata ed eroica? Sapremo non  smettere di pensare e di essere un cuore sensibile, aperto, vulnerabile? Sapremo essere un cuore pensante, ancora e ancora?” p.87

Questo  volumetto, così agile e leggero porta il lettore nella profondità della propria coscienza, di fronte al dilemma che gli umani non riescono a risolvere: pace o guerra?

Ornella Fortuna

(pubblicato su affascinailtuocuore.net)

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