GIROLIBRO

Questo libro è un’immersione totale nel mondo indiano. Lo sfondo storico è la guerra di indipendenza del Bangladesh dal Pakistan e la narrazione è molto coinvolgente.  La trama racconta la storia di una donna che, rimasta vedova, si è vista portar via i suoi due figli destinati ad uno zio paterno in quanto il Tribunale ha deciso che Lei non era in grado di accudirli. Ma la lotta di una mamma avrà, in poco tempo, ragione sulle leggi così “maschiliste” della tradizione Indiana. I ragazzi, fatti adulti, parteciperanno alla lotta per l’indipendenza coinvolgendo anche la mamma che, in questa occasione, è disposta a perderli una seconda volta, ma per un ideale. Io personalmente amo indiscriminatamente l’India e tutto ciò che rappresenta, pur con le sue contraddizioni e disuguaglianze. Sono disposta ad accettare la realtà descritta, semplicemente perché tutto è dettato dalla Cultura millenaria di questo Paese. Tutto assomiglia a una fantastica favola. La traduzione ha delle imperfezioni, ...

  Smita, giornalista Indo-americana che vive e lavora a Brooklyn, viene chiamata a Mumbai dall’amica collega Shannon che da tempo vive nella metropoli indiana. È ricoverata in ospedale per essere operata e ha bisogno che la sua amica scriva un pezzo per il giornale per cui entrambe lavorano sul verdetto di un processo eccezionale: due fratelli sono a giudizio per aver dato fuoco al cognato uccidendolo, e sfregiato la sorella che aveva osato lavorare in fabbrica e sposare un musulmano, senza il loro consenso.   « Come può essere? » Parlai con un filo di voce, in tono arrabbiato. «Come può un  musulmano amare un indù?» Lui si coprì la faccia con le mani, come se non sopportasse di guardarmi. Erano dello stesso colore di quelle di Govind (il fratello). Pensai: Le mani di Abdul sono musulmane? La sua pelle lo è? Cosa fa di lui un musulmano? Che cosa fa di me un indù? Solo la famiglia in cui sono nata?   p. 213 Lasciare le Maldive, dove è in vacanza, per tornare in...