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ACCABADORA di Michela Murgia

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  Anni ’50, un paese della Sardegna chiuso nelle sue tradizioni, superstizioni, malelingue. Le vite scorrono prigioniere di tutto questo, lentamente, e solo poche volte arrivano le novità dal Continente: un abito a fiori, un’automobile… Maria, una bimba, viene affidata a Tzia Bonaria come figlia d’anima, un’adozione sulla parola, e imparerà il mestiere di sarta, andrà a scuola, crescerà bene. Accadono cose che Maria non può capire, e crescerà senza sapere cosa Tzia Bonaria nasconde, finché una tragedia svela che è un’ accabadora, colei che finisce. Questo mondo chiuso mantiene un segreto così grande e Maria deve farne i conti. Il racconto è molto asciutto, realistico anche nelle sue esagerazioni. Michela Murgia lo descrive bene. Sara Mezzacasa

RICORDATEMI COME VI PARE: L' autobiografia di Michela Murgia, grande donna e intellettuale dei nostri tempi.

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  Cara Michela, impossibile resistere al tuo sorriso e ai tuoi occhi brillanti  in copertina.  Ho letto la tua specialissima autobiografia  ritrovando in ogni parola la Michela che ho conosciuto tramite i tuoi libri e i tuoi interventi in TV o altrove. Ma ho scoperto anche i molti lati del tuo lavoro, della tua personalità e della tua vita che non conoscevo. Alla fine del libro ti chiedi: “ Che ne sarà delle mie battaglie?” Stai pur sicura che resterà molto. Hai lasciato un segno indelebile nelle nostre coscienze e nel nostro cuore.  Ti racconti a Beppe Cottafavi nel corso di una settimana in cui ripercorri le tue vite. Da quando eri una piccola bambina ribelle, a quando hai iniziato adolescente a lavorare, a quando, a diciotto anni, cambi stato di famiglia e vai a stare con tua zia, sorella di tua madre, spezzandole il cuore. E poi racconti i vari lavori che hai fatto per affermare la tua identità di persona libera, ribellandoti  a sistemi schiavisti, sen...