Nino Haratischiwili- LA LUCE CHE MANCA

 


Questo romanzo è la storia di quattro giovani donne narrata attraverso le foto presentate a Bruxelles ad una mostra postuma. Le opere sono di Dina, una delle quattro protagoniste.

Qeto è colei che narra. Nene e Ira sono le altre due.

Il luogo è la Georgia, Tblisi, dal 1987 al 2019.

La prima foto è un cortile. Viene descritto come un microcosmo. Le quattro bambine che si incontrano, si conoscono, crescono. Viene raccontata la loro adolescenza, la scuola, l’amicizia, gli innamoramenti, tutto ruota intorno a quel cortile. 

Fa da sfondo al racconto la storia complicata di un piccolo paese come la Georgia che si deve scontrare con la grande Russia. Si passa lentamente da “un vecchio ordine in cui tutto mi era famigliare” a “prima che intorno a me tutto cominciasse a crollare al rallentatore, come in una coreografia particolarmente crudele”.

Nel dicembre del 1991 in Georgia scoppia la guerra civile, dopo un colpo di stato. Il racconto entra in una fase di acuti contrasti: la crudeltà della guerra civile contro una vita che scorre ancora con regolarità dentro le famiglie del cortile. 

La guerra porta condizioni di vita sempre più difficili, porta freddo, fame, miseria, imbruttisce tutti. Le esistenze dei protagonisti sono distrutte da questo imbruttimento. Nessun amore, nemmeno la nascita di un bimbo, né l’affermazione nel lavoro riescono a fermare l’orrore. Le loro vite risultano un totale fallimento. Il degrado della guerra entra in ognuno di loro. Vince il male. Arrivano morte, orrore, brutalità, violenza, pazzia.

Queste immagini, narrate e rivissute dalle protagoniste alla mostra, permettono di far tornare un po’ di normalità, forse un po’ di pace, anche di perdono.


Il racconto è molto lungo, quasi fosse necessario per essere preparati al peggio. Di certo tiene il lettore con il fiato sospeso. Non si può lasciare. 

E’ un’occasione per conoscere la storia recente della Georgia.

Sara Mezzacasa


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