ANIME BALTICHE di Jan Brokken è il libro delle connessioni.Tra arte, poltica e attualità.
Anime Baltiche è il libro delle connessioni. Tra le sue pagine facciamo compagnia a Jan Brokken nel suo interessante viaggio nel mondo baltico: Lituania, Lettonia, Estonia, Curlandia, Konigsbeg/Kaliningrad. E con lui incontriamo personaggi di spessore culturale incredibile, protagonisti di una Storia complessa e feroce; testimoni “sradicati” di rivoluzioni, di passaggi spesso cruenti da un padrone all’altro, di persecuzioni razziali e religiose. Stiamo parlando di Hanna Arendt, Romain Gary, Mark Rothko, Arvo Pärt, Alessandra Wolff- Stomersee, Sergej Michajlovič Ejzenštejn, Michail Baryšnikov, Chaimke Jacob Lipchitz, Margareta Von Trotta, Marguerite Yourcenar, Inãra Belinkaia, Loreta Asanaviciute e altri ancora.
Cosa mi lascia il libro?
Cosa mi lascia questo libro? Tanto, in termini di conoscenza di opere ed eventi che ignoravo o conoscevo molto superficialmente. Broddeck mi ha spinto a capire meglio cosa succede lassù…In un’ Europa così lontana ma così vicina, ai bordi della guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, il che rende questa lettura ancor più significativa.
Mi lascia una sensazione di compiacimento nel riconoscermi in alcuni riferimenti ad autori e ambiti, ma ha anche stimolato una rinnovata consapevolezza della mia ignoranza.
Un incontro memorabile
Tra gli aspetti che mi hanno colpito, alcuni sono legati alle mie esperienze personali. Era il 1984 e mi trovavo a New York per un corso di specializzazione alla NYU. Fatale fu l’incontro con Mark Rothko. Rivoluzionario convinto, nasce a Daugavpils in Lettonia da dove è costretto a “fuggire” con la famiglia perseguitata per motivi politici e razziali. Nel 1913 arriva in USA, a Portland, nel quartiere ebraico detto Little Russia. Anni difficili, anni da transplanted… Si laurea a Yale e si trasferisce a New York dove inizia il suo percorso artistico che lo porterà in vetta. Solo nel 1938 avrà la cittadinanza americana. Una vita dolorosa quella di Mark Rothko, che ha nutrito la sua acuta sensibilità artistica. A sedici anni già scriveva: “ Il cielo è come un lume nella nebbia-Alla fine di una lunga strada buia.”
L’incontro con la sua arte avviene al Guggenheim Museum of Modern Art, una struttura destabilizzante. L’impatto è per me travolgente. Lì mi trovo per la prima volta davanti agli stupefacenti quadri di Jackson Pollock e a quelli enigmatici di Mark Rothko, grigi e neri, frutto di momenti di depressione cosmica. E tuttavia sono anche fonte d’ ispirazione per molti artisti, Uno dei brani più noti dei Rolling Stones, Paint it black ne è la prova. Le sue tele pongono domande urgenti all’osservatore e lo spingono a scovare la luce che hanno dentro, nonostante i toni bui. Dice Rothko dei suoi quadri:
“Se la gente vuole esperienza sacre, ce le troverà. se vuole un’esperienza profana, troverà anche quella. io non prendo nessuna posizione”.
Di fatto il mio incontro con la sua arte non fu per me nè sacro nè profano, fu scioccante e indimenticabile. E il libro di Brokken l’ha fatto piacevolmente riaffiorare.
C'è anche Il Gattopardo!
Ho trovato sorprendente il riferimento a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de Il Gattopardo, e alla moglie, la baronessa baltica Alessandra Wolff- Stomersee, prima donna psicanalista in Italia. La incontrò
“da uno zio, che era ambasciatore italiano a Londra e patrigno di Alessandra. I capelli corvini, le folte sopracciglia nere e gli occhi scuri gli fecero pensare che fosse italiana. Si sbagliava solo a metà: Alexandra era figlia del mezzosoprano Alice Barbi, nota soprattutto in Germania, intima amica di Clara Schumann e Johannes Brahms, che aveva sposato il barone baltico Boris Wolff-Stomersee.[...] nel castello in Curlandia scrisse l’incipit del Gattopardo…” p.317
Anime speciali
Che connessioni! E quanti altri incontri speciali! Il regista e sceneggiatore Sergej Michajlovič Ejzenštejn, il ballerino Michail Baryšnikov, lo scultore Chaimke Jacob Lipchitz, ritratto con la moglie Berthe da Amedeo Modigliani, divenne famoso per la sua scultura Il Grido o la copulazione in bronzo, vietata ad Amsterdam nel 1929 perchè andava contro la pubblica decenza.
“...fece qualche passo indietro, per prendere le distanze. Non riuscì a trattenere un sorriso. In ricordo del padre e della sorella, e forse di tutti gli ebrei di Lituania e Polonia non era stato capace di realizzare una scultura macabra o spaventosa. Dalle sue mani era uscito l’atto d’amore. Il grido era diventato il grido di una coppia. E decise di intitolare l’opera proprio così: Le cri(Le couple) Si sentì estremamente sollevato. Da qualcosa di tremendo aveva creato qualcosa di puro. Dalla morte aveva estratto la vita, dalla disperazione la speranza” p. 228
Che luoghi speciali in cui nascono grandi anime! Come Konigsberg città di Hanna Arendt e Immanuel Kant. Tra i baroni baltici di Lituania e Curlandia incontriamo Margareta Von Trotta nel suo primo film come attrice: Il colpo di grazia di Volker Schlöndorff, tratto dal romanzo di Marguerite Yourcenar, scrittrice con una vita da romanzo.
Incontro personaggi singolari che esplorano il silenzio ma fanno emergere suggestioni musicali. Il professor Dovid Katz da Vilnius è l' autore di The sounds of silence, libro fotografico sulle ultime tracce della vita ebraica in Lituania.
”Il titolo strizza l’occhio a Simon &Garfunkel. I loro antenati venivano da Vilnius. Anche i nonni di Bob Dylan o Bob Zimmermann,in realtà. L’influenza yiddish dell’Europa centrale è un aspetto poco considerato del folk song americano…”p. 129
Donne protagoniste della Storia
Incontro grandi donne come la libraia Inãra Belinkaia che ama ballare e balla anche per guadagnarsi da vivere, le librerie rendevano molto poco! Fa rinascere la famosa Libreria Numero Tre di Riga, aperta da Jãnis Rozep. Inãra fa la sua rivoluzione in libreria, bucherella e mette da parte i testi “obbligatori e propagandistici”. Quando un romanzo viene censurato avvisa i probabili acquirenti lettori di affrettarsi prima che le impediscano di venderli. Il 30 novembre 1988 viene scoperto sulla facciata dell’edificio in cui si trova la libreria il volto del fondatore Jãnis Rozep (morto in un campo di prigionia in Siberia).
“Nove mesi dopo l’inaugurazione, estoni, lettoni e lituani si presero per mano e formarono una catena umana di seicento chilometri, da Tallin a Vilnius, lungo tutta la Via Baltica. Il 23 Agosto 1989 due milioni di persone in Estonia, Lettonia e Lituania celebrarono così il cinquantenario del patto tra Stalin e Hitler che aveva posto fine all’autonomia dei paesi baltici. Con quella pacifica manifestazione di massa costrinsero il Cremlino a concedere l’indipendenza”p.54
Un grande giovane donna è Loreta Asanaviciute di Vilnius, che il 23 agosto 1989 partecipa alla nascente ribellione lituana.
“I due milioni d manifestanti diedero il via a quella che sarebbe diventata la grande svolta cantando a cappella. La Rivoluzione cantata ebbe la forza e la spontaneità della primavera di Praga, del Maggio francese, della Rivoluzione dei garofani in Portogallo. Anche Loreta prestò la sua voce” p. 198
Dopo alcuni mesi di calma, in cui l’Unione Sovietica di Gorbačȅv sembrava aver allentato la morsa sulla Lituania, scoppiò la tempesta e il sangue scorse per la prima volta al Centro della Stampa. Alla Torre della Televisione persero la vita quindici persone tra cui Loreta. Guardando dritta nell’obiettivo domandò al giornalista che le aveva avvicinato il microfono: “Dottore, sopravvivro?”
Nessun lituano ha mai dimenticato quello sguardo. I medici cercarono disperatamente di salvarla, per quattro lunghe ore, poi Loreta pronunciò la sua ultima domanda, una domanda ripetuta dalla televisione lituana come un appello disperato a tutta la popolazione ribollente di rabbia:
“ Potrò ancora sposarmi? potrò ballare alle mie nozze?” p.205
E noi, Occidente eccitato dal crollo del muro di Berlino, non abbiamo saputo mai nulla di questo attacco alla Torre della Televisione di Vilnius. Silenzio su tutto, silenzio su Loreta.
Conclusione
Cosa mi lascia il libro?
Cosa mi lascia questo libro? Tanto, in termini di conoscenza di opere ed eventi che ignoravo o conoscevo molto superficialmente. Broddeck mi ha spinto a capire meglio cosa succede lassù…In un’ Europa così lontana ma così vicina, ai bordi della guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, il che rende questa lettura ancor più significativa.
Mi lascia una sensazione di compiacimento nel riconoscermi in alcuni riferimenti ad autori e ambiti, ma ha anche stimolato una rinnovata consapevolezza della mia ignoranza.
Un incontro memorabile
Tra gli aspetti che mi hanno colpito, alcuni sono legati alle mie esperienze personali. Era il 1984 e mi trovavo a New York per un corso di specializzazione alla NYU. Fatale fu l’incontro con Mark Rothko. Rivoluzionario convinto, nasce a Daugavpils in Lettonia da dove è costretto a “fuggire” con la famiglia perseguitata per motivi politici e razziali. Nel 1913 arriva in USA, a Portland, nel quartiere ebraico detto Little Russia. Anni difficili, anni da transplanted… Si laurea a Yale e si trasferisce a New York dove inizia il suo percorso artistico che lo porterà in vetta. Solo nel 1938 avrà la cittadinanza americana. Una vita dolorosa quella di Mark Rothko, che ha nutrito la sua acuta sensibilità artistica. A sedici anni già scriveva: “ Il cielo è come un lume nella nebbia-Alla fine di una lunga strada buia.”
L’incontro con la sua arte avviene al Guggenheim Museum of Modern Art, una struttura destabilizzante. L’impatto è per me travolgente. Lì mi trovo per la prima volta davanti agli stupefacenti quadri di Jackson Pollock e a quelli enigmatici di Mark Rothko, grigi e neri, frutto di momenti di depressione cosmica. E tuttavia sono anche fonte d’ ispirazione per molti artisti, Uno dei brani più noti dei Rolling Stones, Paint it black ne è la prova. Le sue tele pongono domande urgenti all’osservatore e lo spingono a scovare la luce che hanno dentro, nonostante i toni bui. Dice Rothko dei suoi quadri:
“Se la gente vuole esperienza sacre, ce le troverà. se vuole un’esperienza profana, troverà anche quella. io non prendo nessuna posizione”.
Di fatto il mio incontro con la sua arte non fu per me nè sacro nè profano, fu scioccante e indimenticabile. E il libro di Brokken l’ha fatto piacevolmente riaffiorare.
C'è anche Il Gattopardo!
Ho trovato sorprendente il riferimento a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de Il Gattopardo, e alla moglie, la baronessa baltica Alessandra Wolff- Stomersee, prima donna psicanalista in Italia. La incontrò
“da uno zio, che era ambasciatore italiano a Londra e patrigno di Alessandra. I capelli corvini, le folte sopracciglia nere e gli occhi scuri gli fecero pensare che fosse italiana. Si sbagliava solo a metà: Alexandra era figlia del mezzosoprano Alice Barbi, nota soprattutto in Germania, intima amica di Clara Schumann e Johannes Brahms, che aveva sposato il barone baltico Boris Wolff-Stomersee.[...] nel castello in Curlandia scrisse l’incipit del Gattopardo…” p.317
Anime speciali
Che connessioni! E quanti altri incontri speciali! Il regista e sceneggiatore Sergej Michajlovič Ejzenštejn, il ballerino Michail Baryšnikov, lo scultore Chaimke Jacob Lipchitz, ritratto con la moglie Berthe da Amedeo Modigliani, divenne famoso per la sua scultura Il Grido o la copulazione in bronzo, vietata ad Amsterdam nel 1929 perchè andava contro la pubblica decenza.
“...fece qualche passo indietro, per prendere le distanze. Non riuscì a trattenere un sorriso. In ricordo del padre e della sorella, e forse di tutti gli ebrei di Lituania e Polonia non era stato capace di realizzare una scultura macabra o spaventosa. Dalle sue mani era uscito l’atto d’amore. Il grido era diventato il grido di una coppia. E decise di intitolare l’opera proprio così: Le cri(Le couple) Si sentì estremamente sollevato. Da qualcosa di tremendo aveva creato qualcosa di puro. Dalla morte aveva estratto la vita, dalla disperazione la speranza” p. 228
Che luoghi speciali in cui nascono grandi anime! Come Konigsberg città di Hanna Arendt e Immanuel Kant. Tra i baroni baltici di Lituania e Curlandia incontriamo Margareta Von Trotta nel suo primo film come attrice: Il colpo di grazia di Volker Schlöndorff, tratto dal romanzo di Marguerite Yourcenar, scrittrice con una vita da romanzo.
Incontro personaggi singolari che esplorano il silenzio ma fanno emergere suggestioni musicali. Il professor Dovid Katz da Vilnius è l' autore di The sounds of silence, libro fotografico sulle ultime tracce della vita ebraica in Lituania.
”Il titolo strizza l’occhio a Simon &Garfunkel. I loro antenati venivano da Vilnius. Anche i nonni di Bob Dylan o Bob Zimmermann,in realtà. L’influenza yiddish dell’Europa centrale è un aspetto poco considerato del folk song americano…”p. 129
Donne protagoniste della Storia
Incontro grandi donne come la libraia Inãra Belinkaia che ama ballare e balla anche per guadagnarsi da vivere, le librerie rendevano molto poco! Fa rinascere la famosa Libreria Numero Tre di Riga, aperta da Jãnis Rozep. Inãra fa la sua rivoluzione in libreria, bucherella e mette da parte i testi “obbligatori e propagandistici”. Quando un romanzo viene censurato avvisa i probabili acquirenti lettori di affrettarsi prima che le impediscano di venderli. Il 30 novembre 1988 viene scoperto sulla facciata dell’edificio in cui si trova la libreria il volto del fondatore Jãnis Rozep (morto in un campo di prigionia in Siberia).
“Nove mesi dopo l’inaugurazione, estoni, lettoni e lituani si presero per mano e formarono una catena umana di seicento chilometri, da Tallin a Vilnius, lungo tutta la Via Baltica. Il 23 Agosto 1989 due milioni di persone in Estonia, Lettonia e Lituania celebrarono così il cinquantenario del patto tra Stalin e Hitler che aveva posto fine all’autonomia dei paesi baltici. Con quella pacifica manifestazione di massa costrinsero il Cremlino a concedere l’indipendenza”p.54
Un grande giovane donna è Loreta Asanaviciute di Vilnius, che il 23 agosto 1989 partecipa alla nascente ribellione lituana.
“I due milioni d manifestanti diedero il via a quella che sarebbe diventata la grande svolta cantando a cappella. La Rivoluzione cantata ebbe la forza e la spontaneità della primavera di Praga, del Maggio francese, della Rivoluzione dei garofani in Portogallo. Anche Loreta prestò la sua voce” p. 198
Dopo alcuni mesi di calma, in cui l’Unione Sovietica di Gorbačȅv sembrava aver allentato la morsa sulla Lituania, scoppiò la tempesta e il sangue scorse per la prima volta al Centro della Stampa. Alla Torre della Televisione persero la vita quindici persone tra cui Loreta. Guardando dritta nell’obiettivo domandò al giornalista che le aveva avvicinato il microfono: “Dottore, sopravvivro?”
Nessun lituano ha mai dimenticato quello sguardo. I medici cercarono disperatamente di salvarla, per quattro lunghe ore, poi Loreta pronunciò la sua ultima domanda, una domanda ripetuta dalla televisione lituana come un appello disperato a tutta la popolazione ribollente di rabbia:
“ Potrò ancora sposarmi? potrò ballare alle mie nozze?” p.205
E noi, Occidente eccitato dal crollo del muro di Berlino, non abbiamo saputo mai nulla di questo attacco alla Torre della Televisione di Vilnius. Silenzio su tutto, silenzio su Loreta.
Conclusione
Anime baltiche è un libro impegnativo che va affrontato con curiosità e coraggio. Alla fine, la ricompensa è la soddisfazione di aver viaggiato in compagnia di grandi anime in un mondo sorprendente: lontanissimo e vicinissimo.
Ornella Fortuna ( pubblicato in affascinailtuocuore.net)
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