Ornella ci parla di PASSIONE D'AFRICA di Claude Njiké Bergeret

 


Settembre 2023: il gruppo di lettura Girolibro riprende le attività dopo l’interruzione estiva. Mentre Pina fa le sue considerazioni su Passione d’Africa di Claude Niké-Bergeret, sento una forte spinta emotiva a leggerlo. Mi affascina il “diario” di una vita appassionata, quella della francese Claude, tra Camerun e Francia, andata e ritorno. Alla base della mia scelta ci sono motivi familiari, è vero, ma anche l’esigenza di ascoltare una voce europea che ha vissuto in un territorio specifico dello sconfinato continente Africano. Quanta superficialità e ignoranza alberga in noi europei quando parliamo di Africa e di africani!

La storia

Claude ci racconta la sua vita nei territori bamileké, una regione del Camerun in cui la sua famiglia in missione evangelica ha operato e cresciuto i suoi tre figli. Claude trascorre in Camerun i suoi primi tredici anni. Poi torna in Francia con la famiglia. Qui completa i suoi studi, si innamora (o almeno così crede), si sposa, ha due figli e conduce una vita “occidentale”, in una routine familiare e di lavoro che però non la soddisfa e che  la sta spegnendo, lentamente.

Dentro, nel profondo, la cenere cova il fuoco del desiderio di tornare laggiù, dove ha vissuto un’infanzia felice, libera e piena di sorprese. Claude la ribelle, (quante gliene ha date sua madre!) fa la sua scelta e torna in Africa, dove tutto ha avuto origine. Comincia a costruirsi una sua vita indipendente e con i due bambini al seguito entra senza indugio all’interno della comunità che le è mancata tanto in Francia.

Poi accade l’impensabile, Claude conosce il nuovo re di Bangangté e qualcosa si accende nel suo cuore. Inizia una lunga frequentazione, dall'inizio amichevole, ma gradualmente trasformatasi in qualcosa di molto più forte. Il re si propone nel modo peggiore, cercando di possederla con la forza, ma Claude lo blocca facendogli capire che se lei non vuole lui non può. Il re capisce e adotta altre strategie per conquistarla. E ci riuscirà.

Riassumere ciò che accade a Claude riduce inevitabilmente la ricchezza della storia, dove si incontrano suggestioni impensabili. Una francese diventa una delle mogli del re, va a vivere in un sistema che va oltre l’harem, un sistema fatto di rispetto, di cooperazione, in fondo, di libertà e di amore. Di amore anche per la lussureggiante natura del Camerun, per i ritmi della terra, di quella fertile valle del Noun che diverrà il luogo di elezione, di lavoro e di vita, a fianco dei figli francesi e di quelli camerunensi, e anche di quelli delle co-spose. L’esperienza di Claude è una testimonianza di tolleranza e di amore per la comunità, senza sdolcinatezze e senza forzature.

La danza  

Pokam Njikè Robert è il simbolo e il corpo intorno a cui tutto ruota...E danza. La danza è la forza vitale che il corpo esprime mentre si muove al ritmo dei tamburi. E il re è bravissimo e bellissimo mentre danza. Non a caso viene chiamato “Il re danzante”:

“Quando il re danzava era come assistere a un miracolo. Allora quell’uomo di altezza media, dal passo elastico, si trasformava, sfiorava il suolo, vi scivolava sopra. Il suo corpo aderiva così perfettamente al ritmo che la musica pareva emanare da lui. Univa nei suoi movimenti la dolcezza alla prestanza, l’allegria alla forza. Irradiava calma e compiutezza. D’altronde, lui non danzava: viveva la danza, era la danza. Quando m’invitava mi scioglievo, mi lasciavo trasportare in un turbine da cui uscivo inebriata." p.145

Claude lavora in due settori importanti della società: l’agricoltura e l’educazione. Il suo primo lavoro di insegnante non viene mai abbandonato. Tutti i bambini della chefferie, i figli e i nipoti del re, passano per le sue lezioni. E poi tanti altri ancora. Il suo secondo lavoro di agricoltrice è altrettanto vitale. Con le co-spose dissodano terreni e riportano alla vita e alla produttività la fertile e abbandonata terra del Noun. E producono cibo, tanto e buono, che condividono con la comunità, e vendono anche al mercato.

Il libro è in fondo una storia di famiglia, anzi la storia di tante famiglie che nel tempo, e in modo ricorrente e circolare, tornano ad essere una. Il racconto di Claude apre lo sguardo al mondo e alimenta il desiderio di chi legge di entrare in contatto diretto con le meraviglie umane e naturali descritte.

“Quando il mio cuore cesserà di battere è sotto questa terra tanto amata che verrò seppellita, senza bara. Il più tardi possibile, spero. In attesa, malgrado i vincoli umani e naturali, mi sento libera di crearmi ogni giorno la vita come la intendo io. E domani? Che importa. Solo il presente conta. Nulla è definitivo una volta per sempre, e al Noun tutto è possibile” p.309

Ornella Fortuna 

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