M. De Giovanni - UN VOLO PER SARA. Misteri d'Italia in microcassette esplosive, per la donna invisibile.

 

 


Un piccolo aereo privato diretto in Sardegna precipita, quattro chilometri al largo delle Pontine, nel profondo blu del mare, con a bordo un importante uomo d'affari sempre presente sulle pagine dei quotidiani per la sua vita e i suoi affari spericolati, un pilota espertissimo e pronto per una nuova vita ricca di soddisfazioni, e altre sei persone tra cui un' anziana signora in viaggio verso casa. Un guasto al motore? un attentato? Incidente, decretano  polizia e  procura. Fascicolo chiuso.

E tuttavia,  le cose prendono un'altra piega. Entra in ballo Sara e la sua Unità segreta: Andrea il cieco che tutto sente e indovina (è lui che  coglie qualcosa di particolare in un filmato che commenta iltragico evento), Viola madre di Massi, nipote di Sara e abile fotografa, Davide impacciato e burbero cinquantenne con un cane che gli sta a pennello, Teresa, affascinante  capo   dell'Unità.

Sara, detta Mora è una donna invisibile. Lo è per il suo segretissimo lavoro fatto di interpretazioni del linguaggio del corpo, lo è per  il modo in cui si muove tra un'indagine e l'altra; lo è perchè vuole esserlo, anche fisicamente. Il suo aspetto è tutto il contrario di Teresa, detta Bionda, sua collega, appariscente, elegante, bellissima e anticonformista. Sara veste in modo anonimo, coccola i suoi capelli grigi e procede a testa alta, fiera e bellissima nel suo genere.

Cominciano ad emergere verità sepolte e trame pericolose. I colpevoli, protetti per anni a da una rete invisibile, incontreranno il loro destino. Nel percorso di indagine affiorano anche sentimenti antichi. Teresa e Sara vivono questa nuova avventura, come avevano già fatto in passato per altre indagini, completandosi  a vicenda e maturando nuove consapevolezze. E con loro la giovane Viola. Donne in evoluzione insomma, nel romanzo di De Giovanni. Anche Fulvia e Flavia sono due donne con un percorso di tutto rispetto. Gli uomini? Quelli buoni, coraggiosi e rispettosi, hanno lasciato questo mondo, come Massimiliano Tamburi, grande amore di Sara e suo capo.

La cortesia dell'autore

Credo che l'uso del corsivo per portare il lettore nel passato, sia una cortesia dell'autore verso quelle lettrici e quei lettori, moltissimi in verità, che trovano difficoltoso andare avanti e indietro nei tempi della narrazione. Spesso nel mio gruppo di lettura, Girolibro, ascolto commenti in questo senso su romanzi bellissimi "che purtroppo hanno questo limite". Per alcuni l'andirivieni tra passato e presente rappresenta un limite, per altri un pregio, un efficace stratagemma narrativo. Comunque ben venga il corsivo, se aiuta ad apprezzare il romanzo!

Note birichine

Mai leggere due romanzi gialli di due autori italiani, maschi, quasi coetanei, famosi e prolifici! Accade di trovarsi di fronte a delle sovrapposizioni inquietanti. Ad esempio, tra la Penny di Carofiglio e la Teresa di De Giovanni, amanti del jogging notturno, anti uomo-marito, fan delle relazioni mordi e fuggi, non più di una notte...ed altro ancora. E le copertine? Persino gli stessi colori e una grafica coerente con entrambe le storie. Ma fortunatamente è solo l'impressione iniziale. Man mano che procedo l'atmosfera avvolgente e malinconica di De Giovanni mi cattura. So cosa sto leggendo, e mi piace.

Recensione di Ornella Fortuna(affascinailtuocuore.net)

 

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