LA NAZIONE DELLE PIANTE di Stefano Mancuso. Una forte provocazione per i Sapiens
Scrivere della Nazione delle Piante mi ha messa in
difficoltà. Ho iniziato più volte, in modi diversi, mai convincenti.
Ho cercato di capire di più di questo autore e dei temi di
cui si occupa guardando alcune sue interviste su youtube. Sono interessanti,
Mancuso è simpatico anche quando parla, come quando scrive.
Credo di avere compreso da cosa dipende la mia difficoltà:
devo cambiare punto di vista. Stravolgere la mia idea di posizione degli uomini
sul pianeta Terra.
Stefano Mancuso descrive la Terra come un pianeta di
maestosa bellezza, ma anche fragile e delicato. Ci chiede chi debba essere
considerato il padrone di tanta bellezza. Troviamo la risposta, e il giusto
punto di vista leggendo la Nazione delle Piante.
Attraverso otto articoli è possibile individuare le
strategie per costruire il nostro futuro di abitanti rispettosi della Terra.
Sono proprio le Piante, compagne della
nostra vita sul pianeta, che ci vengono incontro ancora una volta e ci
propongono una via d’uscita.
A ciascuno di noi viene quasi naturale pensare che sia
l’uomo l’essere superiore tra tutti i viventi. In effetti sono stati gli umani
a dipingere la Cappella Sistina, a scrivere la Divina Commedia, a formulare la
teoria della relatività, e gli esempi della potenza dell’intelligenza umana
potrebbero continuare. Siamo certi che questo sia sufficiente per essere
migliore?
Da queste pagine arriva una forte provocazione, e con essa
una domanda: cosa significa essere il migliore?
Migliore è chi arriva primo?
Migliore in biologia è il più adattabile.
A questo punto diventa più difficile affermare che il
migliore è l’uomo. Spesso abbiamo avuto la pretesa di agire sugli equilibri
della Natura, di modificarne i comportamenti, quasi sempre gli effetti sono
stati disastrosi, sempre imprevedibili. In questo libro troviamo molti esempi
di questi goffi interventi umani.
Alla base degli errori di valutazione dell’uomo ci sta
un’idea gerarchica dei processi naturali.
Le piante hanno un’organizzazione decentralizzata. E’ in
questo che sta il loro indiscutibile successo evolutivo. Sono gli esseri
viventi più abbondanti, sono i più longevi, sono i meglio adattati. La vita
degli animali dipende completamente da loro.
Attraverso questa lettura siamo
portati, con delicatezza, con lucidità, con pazienza a comprendere come le
Piante siano i veri protagonisti della storia della vita sulla Terra.
Dobbiamo ridimensionare l’immagine che abbiamo di noi umani.
Dobbiamo comportarci da animali, intesi come esseri soggetti alle leggi della
natura e attualmente in pericolo.
Le piante possono risolvere il grave problema del
riscaldamento globale in tempi ragionevoli. Occorre coprire le nostre città di
piante, bisogna piantare mille milioni di alberi, occorre salvare le nostre
foreste. Bisogna cominciare a pensare alla deforestazione come ad un crimine
verso l’umanità.
Se aspettassimo dei risultati dal
cambiamento dei nostri stili di vita impiegheremmo troppo tempo. Piantare
alberi è più facile, richiede tempi brevi, costa molto meno, garantirebbe il
risultato.
Leggere questo libro significa accettare la provocazione,
cambiare punto di vista, raccogliere con fiducia la sfida.
Recensione di Sara Mezzacasa
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