A. Nanetti - IL FIGLIO PREDILETTO. Sfuggire a violenza e pregiudizi negli anni 70. E i Pink Floyd possono aiutare.
IL FIGLIO PREDILETTO
di Angela Nanetti
Ed. Neri Pozza
Il filo della vita
di zio e nipote si dipana negli anni 70, tra un piccolo paese della Calabria,
la grande Milano, la ribollente Londra e “la piovra teatrale” Edimburgo.
Il cerchio si chiude in Calabria, di nuovo. La storia di Nunzio stregato
dall’amore e la storia di Annina stregata dal teatro mostrano due anime
ribelli, sofferenti e “diverse”, entrambe ferocemente contrastate da un mondo
arcaico, chiuso e ottuso, oltre che violento. La Calabria li respinge mentre
Londra li cala in un mondo nuovo, non privo di contrasti e conflitti, ma
vitale e ricco di incontri speciali, di opportunità e consapevolezze.
Thomas
Morris, Marx e I Pink Floyd
Nunzio non va a
Londra spontaneamente, ce lo mandano i suoi, con la scusa che va a
giocare in una squadra di calcio Inglese. Vogliono nasconderlo per sempre agli
occhi dei compaesani, dopo che tre vigliacchi incappucciati hanno
torturato e ammazzato il suo Antonio, mentre facevano l’amore in
macchina.
Ma ora che è lì,
Nunzio decide di rimanerci e sente che, nonostante il dolore immenso che
prova, può ricostruire qualcosa. Viene in contatto con nuove anime, come
il comunista Thomas Morris, figlio ribelle di Lord Spencer (si è anche cambiato
il nome!). Thomas si avvicina a lui con discrezione e attenzione. Ascolta i
suoi silenzi senza commentare e tuttavia, dall’inglese ancora stentato di
Nunzio, riescono a filtrare emozioni
difficili da tradurre in parole. Thomas cerca di coinvolgerlo nella sua lotta
contro il potere borghese.
“Workers of all lands unite”- Lavoratori di tutto il mondo unitevi- è lo slogan
scolpito sulla tomba di Marx, nel
cimitero di Highgate e il principio ispiratore della vita di Thomas.
“«Su che cosa Marx ha fondato l’analisi che lo ha portato a formulare le sue teorie economiche e politiche?» Thomas Morris si voltò un attimo a osservare le facce illuminate dalla luce chiara dello schermo e fece una pausa. Non si aspettava una risposta, sapeva che non ci sarebbe stata, il suo era solo un modo teatrale di entrare in argomento. Contò fino a cinque e proseguì: « Sulla conoscenza delle condizioni delle classi lavoratrici nel corso della prima rivoluzione , in particolare di quella inglese»”.p.65
È proprio in
questo frangente che Nunzio tira fuori finalmente tutto il suo dolore per la
morte di Antonio. “Solo il dolore fa muovere l’anima così.” pensa
Nunzio ascoltando Shine on you crazy diamond dei Pink
Floyd (una delle canzoni più struggenti e belle del gruppo), scritta per Syd
Barrett. Anche Thomas rivive il suo dolore per l’abbandono di
Leonidas, la donna della sua vita e per quella piccola volpe incinta dilaniata
per sport.
La delusione di Thomas
Thomas vedrà il suo sogno comunista infrangersi con l’elezione di Mrs Thatcher-Lady di ferro, figlia di un bottegaio e rappresentante di una borghesia che vuole solo far quadrare i conti. Strappa così la tessera della Lega dei Giovani Comunisti, ma non demorde e decide di insegnare in una scuola media di Whitechapel, frequentata per lo più dagli ultimi della scala sociale, quegli ultimi che poi lo ripagheranno con una moneta inaspettata e crudele.
Nunzio incontra
anche Funny Jack, un personaggio importantissimo nella vita artistica di
Londra e nella sua vita futura. Con Funny viene a contatto con l’arte, la
poesia e la fotografia.
“Era stato Funny a
fargli scoprire la fotografia, diceva che aveva l’occhio del fotografo
sociale”. p.156
Dylan Thomas, poeta gallese amato da Funny e
dalla sua cerchia, legge Poem in October
E Annina? Cosa le è successo?
Annina ha
lasciato spazio alla parte forse migliore del romanzo, quella accanto a
Nunzio nella sua vita londinese, il suo percorso di sofferenza,
rinascita e morte. Quando Annina torna nella storia, la troviamo finalmente, dopo
tante peripezie, fuori dalla Calabria, a Milano, con Claudio e Concetta e con tanti
sogni di carriera artistica nella borsa.
Succede però che
il romanzo si indebolisce proprio quando Annina inizia la sua vita
londinese. Diventa più sfumato e procede stancamente tra le vicende un
po’ banali degli aspiranti attori e attrici, del regista satiro, del compagno
squallido che fa finta di non sapere, del ristoratore calabrese anticomunista,
e così via. Sebbene si ribelli e mostri una sua forza indomabile che la porta a
seguire il suo destino lontano dalla famiglia, Annina non ha lo stesso
spessore narrativo di Nunzio e del suo dolore.
Non sente la
mancanza della famiglia calabrese. Il padre ‘ndranghetista viene messo in
prigione, i beni sequestrati. La famiglia va in rovina, come era logico
accadesse in un romanzo forse un po' troppo “pedagogico”, la madre debole e
rassegnata se ne torna in Sicilia dalla sorella, la nonna forte e
antipatica rimane in paese piangendo il figlio prediletto. E poi, arriva
la morte.
Ma Annina ha fatto
una promessa alla nonna, cercare lo zio Nunzio, il figlio prediletto. Lo
“ritrova” quasi per caso, in una foto da calciatore del Bedford, in bella vista
nel ristorante in cui aveva lavorato. Comincia a
lavorare in teatro, ma parallelamente vive momenti di grande dubbio e
sofferenza.
A Edimburgo, the theater’s octopus (la piovra teatrale), come la chiama lo squallido Peter, Annina capisce di che stoffa è fatto Claudio, lo lascia e si mette in cerca di Funny Jack l’uomo a cui l’aveva indirizzata il ristoratore Leoni e che era stato vicino a Nunzio per un lungo periodo.
Nella sua casa e tra le sue braccia quasi paterne impara a conoscere lo zio e decide che è arrivato il momento di tornare in Calabria per parlare di lui alla nonna. Chiude il romanzo una conversazione surreale tra nonna e nipote al cimitero del paese, laggiù, in Calabria.
Conclusioni
L’ho capito
subito, dal momento in cui Luisa ce lo ha brevemente illustrato durante l’
incontro Girolibro in biblioteca. Ho capito subito che avrei
trovato qualcosa di speciale nel romanzo di Angela Nanetti Il figlio
prediletto. Non saprei spiegarne il motivo, ma l’intensità della
copertina, quel doppio seppiato che salta dalla pagina, e poi l’edizione Neri Pozza,
mi hanno spinto a leggerlo.
Lo spirito
ribelle, la violenza di uomini e circostanze, le conseguenze dolorose di alcune
scelte “divergenti” hanno catturato la mia attenzione. Londra e la sua magia mi
hanno avvicinato ancor di più alle vicende dei protagonisti.
Il personaggio
Nunzio mi ha stregato. Arriva in UK sconvolto per la morte del suo
Antonio, impara a fatica l’inglese, si integra con difficoltà, riesce a
lenire il suo dolore e a tornare a vivere. Ma nel momento in cui
torna alla vita, la vita,, beffarda, lo abbandona in modo inatteso e
imprevedibile.
È il suo percorso di cambiamento che rappresenta il
vero cuore del romanzo.
Recensione di Ornella Fortuna
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