R. Saviano - L’AMORE MIO NON MUORE. Se gli occhi sono aperti solo sul corpo amato…
«A Rossella...Ogni pagina ricompone l’amore, ogni pagina ripercorre l’orrore, questa è la mia vendetta per te» R.S.
Rossella Casini è una studentessa universitaria di Firenze. Francesco Frisina è un giovane calabrese, iscritto all’università ma con poca voglia di studiare. Abitano nello stesso condominio ed è proprio qui che, casualmente, hanno l’occasione di incontrarsi e, fatalmente, innamorarsi. Francesco condivide l’appartamento con altri suoi conterranei, insieme formano una combriccola rumorosa e ingombrante.
L’amore tra i due giovani arriva inaspettato e cresce tra dubbi e momenti di esaltazione, almeno per Rossella. Francesco, invece, capisce subito che lei sarà la donna della sua vita. Inizia per loro un periodo di intensa passionalità in cui tutto ciò che non sia il loro amore, passa in secondo piano, persino l’amicizia di Rossella con Nina che, purtroppo, vive una storia d’amore con un uomo sposato e disturbato che le rovinerà la vita.
La scoperta del mondo di Francesco avviene per gradi, a cominciare dalla visita di due amici di Palmi che insospettiscono da subito Rossella per il loro modo di fare invadente ed equivoco. Il punto di svolta nella storia è il viaggio che i due innamorati, insieme ai genitori di Rossella, fanno a Palmi per conoscere la famiglia di lui. Una famiglia importante quella dei Frisina, proprietari terrieri dalle relazioni non sempre specchiate. Saviano ci fa scoprire quel mondo e tutta la violenza che lo permea, per gradi, un passetto alla volta, conducendoci inesorabilmente verso una verità scomoda e dolorosa. E perfino inaspettata.
Calibrare le diottrie su un corpo amato
"Bisognava arrivare a questo? Che la stessa gente vista a Firenze, e poi di nuovo a Palmi, soltanto poche ore prima venisse ammazzata fucilate, perché Rossella ci vedesse chiaro? Ma no, ma no. Se fosse così, si sentirebbe in qualche modo assolta. La stupidità assolve tutti, grosso modo. Il fatto è che lei, di proposito, scientemente, quegli occhi azzurri li aveva tenuti chiusi. o meglio, li aveva aperti tanto che bastava a guardare Francesco, dalla cima della testa alla punta degli alluci. «Non ho mai capito dove finisci tu e inizia il mondo». Esatto. Come i fessi. Ecco cosa succede, a calibrare le diottrie su un corpo amato. Succede che il resto te lo perdi. E poi, quando per un caso o per un altro, o anche solo per un tic nervoso, la palpebra sale più del previsto, la focale si allunga, Il campo si allarga, Allora vedi tutto ciò che ti eri perso, tutto ciò che avevi escluso. diventi razionale. ritorni intelligente. e l'amore ti sembra una cretinata, un inganno per sempliciotti.” pp 232-233
Titolo, Cinema e Canzoni
Il titolo è molto evocativo. Ha a che fare con il mondo dei cineforum, tanto alla moda nel periodo trattato. Il film che lo ha ispirato è: Ma l'amor mio non muore del 1913, “Diretto dal regista romano Mario Caserini. È considerato dagli storici del cinema uno dei film muti più importanti e significativi prodotti in Italia negli anni che precedono la Grande Guerra. Segnò l'esordio cinematografico di Lyda Borelli, destinata poi a diventare una delle "dive" dell'epoca.” Guarda su Youtube: Ma l’amor mio non muore,
E il cinema torna nelle bellissime pagine su Una giornata particolare “di Ettore Scola e nel riferimento a Il Laureato, con la sua immortale colonna sonora Mrs Robinson. Ma c’è anche Piero Pelù allora membro della band dei Mugnìons, Kate Bush con Wuthering Heights e Con te di Baglioni.
Saviano tra realtà e finzione
Ritroviamo in questo libro la vena sociale e artistica di Roberto Saviano. Tra realtà e finzione, non senza qualche sottile vena di malinconia personale, l’autore ci fa viaggiare attraverso la nascita di un grande amore e il suo accidentato percorso di vita, all’interno di una storia di “faida di ‘ndrangheta” vera, violenta e dolorosa, uguale a tante altre vissute in terra di Calabria.
Il gioco degli epiloghi
Mentre leggo la storia di Rossella da Firenze e Francesco da Palmi, Calabria, mi costruisco una conclusione scontata, attesa, e Saviano non fa nulla per smentirmi. Il destino dei due giovani sembra segnato, ma alla fine, con la sua zampata da grande narratore, Roberto mi stupisce lasciandomi un gusto amaro in bocca. E continua a giocare, con me e con se stesso, costruendo addirittura quattro epiloghi…non vi è già venuta voglia di scoprirli?
Assaggi
"Se la gente di Palmi sapesse quanto è innamorato!". Se lo vedessero le giovani al paese, perdere la testa per una sciacquetta Fiorentina... Lui, il figlio di Don Frisina, ettari ed ettari di terreni, amministratore di patrimoni fondiari e dei più vasti uliveti nell'intero agro di Palmi, signore e padrone delle Contrade di San Filippo, Figurella e Montemurro, un regno agricolo a gestione familiare, le amicizie giuste e anche quelle sbagliate, che sono ancora meglio; rispettato, temuto, corteggiato da tutti, pure da quelli con la lupara in pugno, i Gallico, che da un lato chiedono, è vero, ma dall'altro dànno: dànno potere, protezione intoccabilità. E lui Francesco, figlio di don Frisina, l'erede di questo Impero chiavi in mano, mandato a studiare Economia perché possa un giorno tirarne le fila e gestirne i conti, lui che gli amici chiamano ‘u Principinu, che non si è mai dovuto sporcare le mani come l'unghia del suo mignolo può testimoniare, adesso se le sporca eccome, ma non per fare la guerra, non per guadagnarsi i gradi militari, non per diventare tra «uomo di rispetto», ma per correre appresso a una sottana. E invece no, perché il punto è questo; se si trattasse di una sottana e basta, non starebbe qui ad agitarsi come un ragazzetto illanguidito dalle note pop dell'ultima romanticheria, a guidare da solo verso casa, il cuore a pezzi. Ha lasciato che le illusioni gli camminassero un passo davanti, fino a seminarlo.” p. 106-107
La teoria di Rossella sull’amore: “È germogliato col freddo, verso la fine dell'anno precedente, il 1977. Si è nutrito di azioni e soprattutto di pensieri, mostrando le sue prime infiorescenze quando il clima era più aspro, e ora che è assai più mite, ora che la stagione estiva è arrivata di soppiatto minaccia di avvampare, questa verdura dai molti colori e dai moltissimi intrecci-qualcuno la chiama amore ma su questo bisognerà indagare-avvolge tutto, gli oggetti e le persone. Avvolge il corpo di Rossella, le fruga la chioma, le carezze e il viso, le colora le guance,anche adesso, mentre ripassa gli appunti e i libri dell'università perché tra poco non potrà più, anche mentre ritorna sul testo il cui titolo, Psicologia delle masse e analisi dell' Io, promette aridità, il suo incarnato è il più radioso che la natura abbia concesso. Nei suoi occhi c'è un libro rovesciato, un quaderno pieno di annotazioni e sottolineature, un portapenne colorato, una matita e una gomma per cancellare a forma di gatto. Nella sua testa, però, c'è tutt'altro. E nel suo petto anche. Forse non riuscirà a dare l'esame che vorrebbe, passata l'estate. Gli appunti fissati sulla carta faticano a entrare in testa. Eppure, negli otto mesi che sono trascorsi, Rossella ha imparato molto. Non che «l'Eros di Platone coincide perfettamente con la forza amorosa, la libido della psicanalisi», questo non l'ha imparato e le procurerà un cattivo voto al prossimo esame; ha imparato però che l'amore, quello che lei intende come amore, è uno strano magnetismo che si dispiega su tutti e cinque sensi. Questo è importante, perché lo si possa chiamare «amore». Nemmeno uno, tra i sensi di cui si dispone, deve restarne escluso. Così ogni tanto, come adesso, il pensiero vaga alla ricerca di una dimostrazione pratica, punto per punto, della «teoria di Rossella sull'amore», fondata appunto su cinque assiomi…" p.154 155
Il giochetto delle radici…Francesco deve restare a Palmi: “Una porta si apre. Entrano Peppino, il fratello Vincenzo e Francesco. Rossella no. - Un attimo solo col parente nostro,- le dice Peppino. Le sorride pure si mettono a discutere, e lei ci prova, ad ascoltare, ma questi non sono come don Nico sono più scaltri. Mettono un disco sul piatto e accendono lo stereo. Rossella accosta l'orecchio alla porta, ma tutto ciò che arriva è Claudio Baglioni che canta Con te. I tre parlano a bassa voce, sussurrano quasi. Qualcuno sbatte un pugno sul tavolo. Rossella non sente quello che dicono, ma sente quello che fanno, lo sente nelle ossa. Si riportano Francesco a casa. Gli stanno spiegando quale è casa sua. Dove è nato, dove è cresciuto e a quale terra appartiene, a quali zolle. Gli stanno spiegando chi era il padre, e quello che voleva: Voleva che Francesco, suo figlio, rimanesse a casa sua. E questo è vero, Rossella può confermare. una volta, Don Mico aveva detto a Loredano:«Se i ragazzi si sposano, qua rimangono, perché mio figlio da qua non si muove chiuse». E Loredano, tanto per cambiare, non aveva battuto ciglio Don Nico non avrebbe mai permesso che Francesco si allontanasse da Palmi per più di qualche mese, che lasciasse la sua terra, la sua casa, la sua gente. La sua famiglia. Ecco, questo gli stanno spiegando: è facile, dopotutto, inturgidire l'ego di un uomo.Basta parlargli delle radici, gli uomini impazziscono per le radici, sono tutti i giardinieri mancati, gli uomini. Ma è un giochetto che funziona solo tra loro. Se a dirglielo è una donna, la magia non riesce, l’ ego rimane floscio, per questo l' hanno lasciata fuori, perché il rituale dispieghi per intero la sua carica erotica senza intromissioni, senza estranei.. O forse stanno cercando di capire questo, Peppino e suo fratello: se Francesco è già un estraneo, se la sua estraneità è ormai incurabile. Rossella accosta l'orecchio un'altra volta. niente. Solo bisbigli. Va a stendersi sul divano”. p. 297
La foto in copertina è l'unica immagine di Rossella Casini. Le giornaliste Edi Ferrari e Anna D'Amico l'hanno "scovata" negli archivi dell'Università di Firenze, tra la documentazione necessaria per il rilascio del libretto universitario.
Ornella Fortuna
pubblicato in affascinailtuocuore.net
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