I. Allende-VIOLETA(2), storia di un testamento sentimentale

 



Non c’è cammino. Il cammino si fa andando. Antonio Machado

Due pandemie segnano il punto di inizio e il punto finale della storia della nostra protagonista. Violeta nasce  nel 1920 durante la devastante epidemia Spagnola che falciò milioni e milioni di persone nel mondo e muore  nel 2020 con l’ inatteso dilagare della  pandemia da Coronavirus.

Violeta è il testamento sentimentale che una nonna-che-ha-tanto-vissuto scrive all’amato nipote Camilo. È una storia di accoglienza, di spirito di iniziativa e di sopravvivenza ai fallimenti. È dunque il percorso di crescita di una donna attraverso la sua storia personale e quella del suo paese. La storia personale è fatta di tante cose: la famiglia d’origine, il contratto matrimoniale con Fabian,  marito quasi per inerzia; la scoperta del sesso travolgente con Julian Bravo, avventuriero affascinante e senza scrupoli; la consapevolezza delle proprie eccezionali capacità di gestire i soldi, meglio di un uomo; il dolore di una madre che forse non ha saputo ben gestire l’educazione dei suoi figli.

La rivoluzione civile, la dittatura e le sue tragedie fanno quasi da sfondo a una vita volutamente vissuta quasi ai margini di quell’era feroce che stravolse il Cile prima e l’Argentina poi. Le vicende si susseguono in una specie di inconsapevolezza, tipica di certa borghesia benestante e spesso indifferente, che solo col tempo Violeta riuscirà a rielaborare e capire, quando il dramma la toccherà da vicino, quando il figlio Juan Martin verrà ricercato come  pericoloso terrorista e riuscirà solo con l’aiuto e il sacrificio del gigante Torito a fuggire dal paese. O, quando grazie al coraggio delle madri dei desaparecidos, si  scopriranno le fosse comuni nel buio di grotte inaccessibili, dove verrà ritrovato anche Torito, o meglio  la croce di legno che Violeta aveva intagliato per il suo compleanno, con i loro nomi sui due lati. La lascerà in eredità a Camilo perché è convinta che gli porterà fortuna. Ecco quindi come la storia entra nel romanzo e crea spaccati  di grande intensità.

Quando Violeta realizza che a  64 anni deve riorientare la sua vita con nuovi progetti e nuovi obiettivi, comincia a dedicarsi alla protezione delle donne contro la violenza familiare e  investe i suoi  soldi nella Fondazione Nieves, creata in nome della sfortunata figlia del cui destino tragico si sente in parte  responsabile. È così che in vecchiaia Violeta decide di investire le sue ricchezze nelle vite degli altri, le prime ad usufruirne sono proprio le donne.

“Durante le riunioni del venerdì. Con le torte di Facunda venni a sapere che da decenni esistevano molte associazioni femminili con diversi scopi. Che nemmeno il machismo militare era riuscito a schiacciare. Agire sotto la dittatura era più difficile, ma non impossibile. Mi misi in contatto con gruppi che lottavano per ottenere una legge sul divorzio o per depenalizzare l’aborto. Erano operaie, donne del ceto medio, professioniste, artiste, intellettuali. Partecipava a quelle riunioni per imparare senza dare alcun contributo, finché non trovai il modo di aiutare. “p. 300

Il suo addio al mondo terreno è quasi come l’esaurirsi di una lampadina a obsolescenza programmata. Al compimento del secolo la signora Del Valle ringrazia, saluta tutti e lascia il palcoscenico. Nei momenti più duri si è trovata accanto persone speciali, soprattutto donne, quelle  semplici della campagna, quelle più emancipate e battagliere, quelle dolci e forti come Etelvina che le resta accanto fino all’ultimo respiro e parla con lei di sorella morte  e del suo avvicinamento. Il momento fatale arriva e il melodramma è totale: Violeta si ricongiunge all’amata figlia Nieves nel cielo stellato e vanno via insieme, stelle tra le stelle. E si arriva alla fine del romanzo. A tratti faticosamente e  lentamente.

Cosa c’è di bello in questo libro?

Diciamo che offre tanti spunti di attrazione soprattutto per le donne, soprattutto per quelle di una certa età. Parla di famiglia, di spiriti,  di emancipazione, di amicizia, di economia, di figli e di nipoti, d’amore, di relazioni con l’altro sesso. E di sesso. Quello “matrimoniale” con Fabian, distaccato o perlomeno poco fantasioso. Quello vissuto con l’avventuriero Julian Bravo in modo passionale, violento, incontenibile. Quello maturo con Roy Cooper personaggio da film americano. Quello in vecchiaia romantico, sereno, bello, a modo suo anche avventuroso con Harald il diplomatico  norvegese che la ripaga di tante amarezze.

Violeta è il tipico romanzo di Isabel Allende, specie della sua produzione più recente, sovraccarico  di personaggi e di vicende. Sicuramente apprezzabile e molto coinvolgente è la forma epistolare. La lunga lettera, quasi un testamento sentimentale, a un nipote sbarazzino, scavezzacollo, cerca guai che poi scopre la religione e si dedica all’ assistenza dei poveri. Ma verso i cinquant’anni  la vita sorprende anche lui che sembra quasi cambiare di nuovo e forse non escluderà l’amore e il sesso con Mailén donna impegnata e indipendente  che Violeta  aveva da sempre immaginato al fianco di Camilo come sua compagna di vita.

Assaggi

Violeta insegna nella piccola scuola itinerante dei coniugi Rivas “La piccola scuola ambulante si muoveva senza fretta, al passo del mulo che trasportava il materiale scolastico, le coperte per dormire e l’esiguo bagaglio personale, L’itinerario ci permetteva di raggiungere quasi sempre un luogo abitato prima che facesse notte, ma in diverse occasioni ci capitò di dormire all’addiaccio.”p.82

Violeta, imprenditrice di successo, costruisce case all’avanguardia  “Andai negli Stati Uniti, feci qualche ricerca nell’industria dell’edilizia prefabbricata e adattammo quei sistemi a Case Rustiche: un sandwich di lana di roccia tra due pannelli di truciolato. Le primitive case di legno che erano state adottate dai lavoratori delle campagne, dai villaggi operai e dal turismo balneare divennero le case prefabbricate preferite delle giovani coppie del ceto medio. Avevano il nostro marchio: pareti bianche, infissi, persiane e porte color indaco, e paglia sul tetto.”p.170

Pandemie “Il mondo è paralizzato. E l’umanità in quarantena. È una strana simmetria nascere durante una pandemia e morire nel corso di un’altra. Ho visto in televisione che le strade delle città sono vuote. Si sente l’eco tra i grattacieli di New York e ci sono farfalle tra i monumenti di Parigi. Non posso ricevere visite e ciò mi permette di congedarmi lentamente e in pace. Ovunque si sono fermate le attività e regna l’angoscia. Ma qui a Santa Clara non è cambiato niente: gli animali e le piante non sanno niente del virus. L’aria è pura e la calma è talmente assoluta che dal letto sento i grilli dello stagno in lontananza.”p.350

Sono passati cento anni!  “Dopo aver vissuto un secolo, mi sembra che il tempo mi sia scivolato tra le dita. Dove sono finiti questi 100 anni? Non posso confessarmi con te, Camilo, sei mio nipote, ma, se credi, puoi darmi la soluzione per tranquillizzare Etelvina. Le anime senza peccato fluttuano leggere verso lo spazio siderale e si trasformano in polvere di stelle. Addio Camilo, Nives è venuta a prendermi. Il cielo è bellissimo…” p.354

Recensione di Ornella Fortuna (affascinailtuocuore.net)

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