E. Nesi- La mia ombra è tua- La nave di Teseo 2019
Il prof. Vittorio
Vezzosi è un personaggio eccessivo, un po' eccentrico e sopra le righe. Sembra
un cialtrone che sale su un palcoscenico per recitare una parte che gli altri gli
hanno assegnato: quella dello “scrittore maledetto”. Vive emarginato, chiuso in
una villa isolata con la compagnia di un’unica persona, un “tuttofare“ (guardia
del corpo, servitore, amico, infermiere) molto colto e “clandestino“ in Italia
da decenni. Mamadou, questo è il suo
nome, lotta da anni per ottenere il permesso di soggiorno nel nostro paese,
finché, ad un certo punto, deve lasciare l’Italia definitivamente.
Il Vezzosi sta sfuggendo alla caccia del suo
editore, che da tempo aspetta la consegna di un nuovo romanzo che replichi il
successo strepitoso del primo scritto dal professore, ma che ancora non esiste.
Emiliano è un giovane neolaureato, senza occupazione, che viene inviato a casa
del Vezzosi per aiutarlo nella stesura del nuovo romanzo, in realtà con l’incarico
di scoprire se veramente quest’ultimo ci sta lavorando. L’editore, infatti, non
riesce a mettersi in contatto né con lo scrittore né con il suo tuttofare, quindi
è costretto a ricorrere ad Emiliano per ottenere notizie sull’attività del
professore.
Il primo incontro tra Vezzosi ed Emiliano è uno “scontro” tra generazioni. Quella dello scrittore e quella del giovane, che lo accusa di aver devastato il mondo
“… siete il male assoluto …..voi che avete cinquant’anni avete dimenticato Dio e ci avete preso ogni cosa ".
Lo scrittore
sembra risvegliarsi dopo lo scatto d’ira di Emiliano e nasce in lui il desiderio
di riprendersi la vita che non aveva mai vissuto e di uscire dal suo “splendido
isolamento”. Emiliano, da parte sua, da ragazzo educato, rispettoso e molto “inquadrato”
subisce il fascino dello scrittore e della sua vita libera, esente da regole.
Questo passaggio dallo stato di innocenza alla maturità avviene dopo una serata
da “sballo” in compagnia di Vezzosi e Mamadou, ma in particolare, in seguito ad
un tatuaggio
“Ero diverso, c’era poco da fare…. Qualcosa era successo e io ero cambiato per sempre…. M’ero marchiato, avevo dato l’addio a qualcosa che non sapevo bene cosa fosse….”. pag.142
Il prof.
Vezzosi si mette in viaggio per Milano, su un’auto d’epoca, per partecipare ad
un evento organizzato dal suo editore allo scopo di promuovere il tanto attesa
libro non ancora completato. Durante il viaggio, lo scrittore racconta ad
Emiliano la storia del suo amore per Milena, musa dei suoi anni giovanili, per
la quale nutriva un sentimento mai confessato. Anche Emiliano ha avuto un amore
non corrisposto con una compagna di liceo, che gli ha preferito un altro.
Vezzosi sostiene che l’amore aiuta a superare le difficoltà della vita e le
delusioni, mentre la letteratura non lo può fare, prova ne sia il suicidio di
alcuni tra i principali esponenti della letteratura mondiale come Virginia Woolf
e Cesare Pavese.
Il professore critica i social network, che decretano
l successo di un’opera e la fanno diventare virale, quindi tutti ne parlano anche
se non ne sanno nulla. Poco dopo tutto viene dimenticato e l’attenzione si
sposta su altro. Vezzosi torna con la memoria a Milena e confessa ad Emiliano
che è stata lei a convincerlo a raggiungere Milano, perché dopo tanti anni l’aveva
chiamato al telefono invitandolo a raggiungerla in questa città. Il romanzo si
conclude con il riavvicinamento tra Vezzosi e Milena, che partiranno per un
viaggio intenzionati a trascorrere insieme il resto della vita.
Ad Emiliano lo
scrittore affida il compito di sorvegliare la sua casa e custodire i suoi
averi, oltre al messaggio che l’amore la
ricchezza più grande che un uomo possa avere. Il libro è scritto con uno stile scorrevole, un linguaggio
chiaro, spesso intercalato con “ toscanismi “. I temi trattati sono molti e l’autore
ne parla con leggerezza, ma approfonditamente. Ho trovato la lettura avvincente
e molto piacevole.
Contenuti:
Superficialità della società attuale “ le cose durano un giorno,
massimo due, poi si passa ad altro”);
Nostalgia ed attaccamento al passato “Il passato non è mai
passato, Zapata……E’ sempre qui, accanto a me. Lo vedo anche ora”;
Complicità maschile dovuta all’esperienza di un amore non vissuto: stessa fragilità e stessi sentimenti;
Mancanza di originalità, creatività, bellezza, tutto pensato per
essere usato e subito superato.
Recensione di Daniela degli Orti
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